Lunedì scorso, terminate alcune commissioni, sulla strada di casa mi sono fermato a visitare un piccolo santuario: l’Otatsu Inari Jinja. Ho colto l’occasione per scattare alcune foto e domani o dopodomani vorrei tornarci per girare un video.
Nonostante io viva in Giappone da tanti anni, mi sorprende ogni volta come, appena oltrepassato il torii d’ingresso, ci si ritrovi in un’atmosfera di calma e di armonia, seppur vicino ad una strada principale come Marutamachi.
Guardandolo dall’esterno, il recinto in pietra nasconde l’interno del santuario; è necessario entrare per ammirare il suo contenuto. Era da un po’ di tempo che volevo vedere il suo interno e, finalmente, lunedì ho trovato il tempo necessario.
Un signore anziano mi ha accolto benevolmente e con lui ho scambiato alcune parole. Ho ricevuto il volantino dell’Otatsu Inari Jinja in cui vi è scritta la storia del santuario e le divinità venerate in esso. Purtroppo non avevo con me il libretto dei timbri e gli chiederò il timbro del santuario quando andrò a realizzare il video.
Storia
Si dice che sia stato edificato durante il periodo Hōei (1704-1711). La tradizione vuole che una notte una volpe bianca apparve in sogno a Shinsōkenmonin, damigella d’onore presso il palazzo imperiale al tempo del Tennō Higashiyama, indicandogli che c’era una foresta nella direzione del drago (a sud-est del palazzo stesso) e che voleva che venisse venerata lì, proprio in quel punto.
Il giorno dopo, venuta a sapere successivamente dove si trovasse quella foresta (“foresta Shōgoin”), vi fece costruire immediatamente il santuario. Questa è, secondo la tradizione, l’origine dell’attuale Otatsu Inari Jinja. Il nome “tatsu” deriva dalla direzione del drago (“tatsu”, appunto), termine contenuto nell’oracolo ricevuto.
Divinità venerate
Le divinità venerate dai fedeli in questo santuario sono: Sarutahiko-no-kami, Ukanomitama-no-kami e Amanōzume-no-kami.
Essendo presente anche la divinità Inari, i fedeli pregano per ottenere successo negli affari e nel commercio.
Nel periodo Edo il carattere “tatsu” dell’Otatsu Inario Jinja, seppur diverso, veniva collegato al significato del carattere “tatsu” presente nel vocabolo “tassei” (“realizzazione”). Con questo significato molti devoti, appartenenti al mondo dell’arte e dello spettacolo, venivano a pregare in questo santuario per ottenere il successo nei loro eventi.
Leggenda
All’interno del recinto dell’Otatsu Inari Jinja, c’è un santuario chiamato “Fukuishi Daimeijin”. Si narra che molto tempo fa, una povera coppia viveva sulle rive del ponte Shirakawa. La donna era una profonda devota del santuario e andava a pregare quotidianamente affinché un giorno potesse essere felice.
Durante il centesimo giorno di preghiera vi si addormentò e, quando si svegliò, notò di avere qualcosa nella mano destra. La aprì e noto che si trattava di una pietra nera. Ringraziò la divinità Inari, la portò a casa e la custodì nel kamidana (altare domestico in miniatura in cui si venerano i kami).
Successivamente la donna rimase incinta e diede alla luce una bellissima bambina. La ragazza crebbe in tutto il suo splendore, attirando l’attenzione di un daimyo (signore feudale giapponese). Ebbero un figlio maschio e vissero felicemente. La preghiera della donna si era realizzata.
Conclusioni
Qualora si volesse visitare questo santuario, consiglio di inserirlo in un tragitto comprendente il vicino Okazaki Jinja e i vari templi e santuari presenti in zona (Shinnyodo, Konkaikomyoji, Otoyo Jinja, …).
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